FIRENZE - La sua rivincita, Mati Fernandez, se l'è presa già. In campionato, là dove Paulo Sousa prima di domenica l'aveva usato col contagocce. E' vero, è sempre stato in campo - ogni volta dal primo minuto - in Europa League, realizzando pure l'assist per l'1-2 firmato da Rossi proprio contro il Lech Poznan al Franchi, ma era in Serie A che il cileno puntava a graffiare. Era stato titolare a Torino, nella gara persa dai viola alla seconda giornata, poi solo pugni di minuti e niente da annotare: 9’ col Milan, poi 6’ col Bologna, altri 9’ con l'Inter, 8’ con l'Atalanta e 29’ con la Roma. In Europa League, invece, è sempre stato lui, fin qui, il punto di riferimento, con Basilea, Belenenses e, appunto contro i polacchi. Domani toccherà al tecnico portoghese decidere, lui intanto è molto più sereno. A smentire i rumors di mercato, su Twitter, ci pensa direttamente il suo agente, Alejandro Santiesteban: «Non stiamo parlando né con club della Turchia né di qualsiasi altro luogo». Sirene estere erano state paventate direttamente dal Cile: il rinnovo di contratto, in scadenza il prossimo giugno, del resto, è pronto da tantissimo tempo, annunciato tra le righe addirittura da Daniele Pradè qualche tempo fa direttamente da Milano, a margine di una manifestazione a favore di Save the Children, ma di fatto la fumata bianca non è ancora arrivata. Per Mati, più che la firma, contava riprendersi lo scenario. Per mettere l'autografo sotto l'accordo fino al 2018 c'è ancora tempo, anche se la Fiorentina non potrà correre il pericolo di avvicinarsi alla data del possibile svincolo a parametro zero, vista l'imminente scadenza dell'attuale accordo.
Domenica è stato lui a "spaccare" la gara col Frosinone. Otto le occasioni create dal cileno, cinque i tiri tentati. Ma non è tutto: 110 i tocchi totali, mentre i passaggi da lui filtrati sono stati 89, con una clamorosa percentuale di riuscita totale: il 100%. Complice la Coppa America vinta con la nazionale cilena in estate, ha svolto la preparazione in corsa, costretto ad integrarsi alla filosofia di gioco del nuovo allenatore in pochissime settimane, adesso Mati vuole solo riprendersi il suo spazio. Suo il triangolo con Rebic da cui è nato il tiro-cross-gol del croato, sua la punizione deviata in rete, di tacco, da Gonzalo Rodriguez, e suo pure il fallo in area subìto da Diakité da cui è nato il gol su rigore - con cucchiaio - di Babacar. Ora, lui, pensa solo a cavalcare l'onda dell'entusiasmo e punta a diventare un imprescindibile anche per la Fiorentina targata Paulo Sousa. E’ ad un passo dal superare il record di presenze mai accumulate con una stessa squadra: 114 quelle con il club viola e 116 quelle con lo Sporting Lisbona. Per altro, se in Portogallo Mati aveva dato prova di essere più cinico sottoporta (19 reti in tutto contro le 6 realizzate in Italia), con la Fiorentina è diventato il re degli assist, addirittura 26, compresi quelli su calcio piazzato e quelli in movimento, sei in più del periodo portoghese. Tocca a lui, adesso, fare la differenza e trasformarsi nell'ennesimo valore aggiunto a disposizione di Sousa.