Nessuno, a Formello, riesce a dare una spiegazione. Scadimento del gruppo storico dopo il secondo posto, demotivazione, distrazione Champions. Si ragiona su tutti questi punti. E ieri, con un intervento del diesse Fabiani, al muro delle responsabilità è stata inchiodata la squadra. Ha parlato nello spogliatoio, ha preteso uno scatto d’orgoglio, di ritrovare l’onore perduto. Sono finite le giustificazioni, le comprensioni, le difese.
Ha scelto il palcoscenico giusto per segnare e togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa. Paulo Dybala non dice mai una parola fuori posto e, infatti, non la dice neppure nel post partita di Roma-Udinese. Ma dopo la rete del 2-1 ai friulani esulta con il dito davanti la bocca. Perché? Lui, davanti ai microfoni, dice e non dice:"Ce l'ho con chi parla troppo. E chi parla troppo lo sa".
Dalle lacrime di dolore e terrore, al sorriso. Una specie di regalo di Natale in anticipo. L’infortunio rimediato con l’Atalanta è molto meno grave di quanto tutti, a cominciare dal giocatore, hanno temuto. Il difensore azzurro ha sostenuto esami clinici e strumentali che hanno evidenziato una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro». Tradotto: salvi il crociato e la stagione, intervento non necessario e uno stop compreso tra le 6 e le 8 settimane.
È Simone Fontecchio uno dei protagonisti della notte Nba (sei le gare disputate): l'ex ala piccola di Virtus Bologna e Olimpia Milano segna 10 punti in 25 minuti (2/8 dal campo e 2/7 dal campo con 2 liberi) e contribuisce al successo interno degli Utah Jazz che regolano 105-100 i New Orleans Pelicans.