
RIO DE JANEIRO - Passione e calore, ma anche tanto rumore e fischi. La 'torcida' brasiliana, ben nota al mondo del calcio, è diventata subito protagonista anche nella prima olimpiade sudamericana. Cori, fischi e provocazioni, abituali in un partita di pallone, che hanno sorpreso e non sempre positivamente gli atleti a cinque cerchi, abituati dalla scherma all'equitazione a competere nel più assoluto silenzio. La torcida è entrata nel cuore di Michael Phelps, letteralmente conquistato dal calore del tifo carioca: «Non ho mai sentito niente di simile - ha ammesso il re del nuoto - c'era così tanto entusiasmo che riuscivo a sentire la folla persino sott'acqua».
Un tifo capace di farti sentire a casa: «Ora capisco come si sente la selecao quando va in campo», ha spiegato Djokovic uscendo sconfitto dal campo, ma contro l'argentino Del Potro.
Una passione incontenibile che ha molto infastidito gli schermidori impegnati nella Carioca Arena 3. Ne sa qualcosa l'azzurro Daniele Garozzo che nella sua cavalcata verso l'oro aveva assaporato la caciara brasiliana che ha provato a spingere il fiorettista di casa Toldo verso l'impresa. Persino la squadra brasiliana di equitazione si è lamentata più volte, invitando i tifosi al silenzio. Un clamore che ha spinto anche il Cio ad occuparsi della vicenda con annunci ripetuti dagli altoparlanti su alcuni campi di gara: «A tutti piace la passione del tifo brasiliano - ha spiegato il direttore di Rio 2016, Mario Andrada - Certo il tutto deve avvenire nel rispetto dell'avversario. I giochi non sono come le partite di calcio, serve più eleganza».