Rio, Tommasone primo pro olimpico: Giochi nel destino

Aveva sfiorato la qualificazione olimpica per Pechino 2008, prima di diventare Pro e iniziare a collezionare borse di premi e cinture
Rio, Tommasone primo pro olimpico: Giochi nel destino© Getty Images
3 min

ROMA - Aveva sfiorato la qualificazione olimpica per Pechino 2008, prima di diventare Pro e iniziare a collezionare borse di premi e cinture. Otto anni dopo, grazie al terzo posto nel preolimpico di Vargas (Venezuela), Carmine Tommasone entra nella storia e vola a Rio 2016: primo pugile italiano professionista (categoria 60 kg) a partecipare alle Olimpiadi grazie alla decisione dell'Aiba (la federazione internazionale boxe dilettanti) di aprire fin i Giochi ai pugili Pro. Irpino, trentaduenne di Avellino, campione italiano dei pesi piuma nel 2014 e successivamente cintura Intercontinentale WBA e dell'Unione Europea, sempre nella stessa categoria, che detiene tutt'ora, Tommasone è il settimo pugile azzurro a qualificarsi per Rio dopo Valentino Manfredonia (81 kg), Clemente Russo (91kg), Vincenzo Mangiacapre (kg.69), Manuel Cappai (kg.49), Guido Vianello (+91 kg) e Irma Testa (60 kg), anche lei storica in quanto prima pugile donna a difendere i colori dell'Italia ai Giochi olimpici.

L'irpino ci arriva con un bilancio di quindici vittorie in altrettanti incontri disputati da professionista. Aveva sfiorato il sogno olimpico nel 2007, poi la decisione di passare professionista dopo anni di sacrifici e dedizione alla boxe. Nato nel 1984 a Contrada (Av), in tutto vanta 63 vittorie, 12 pareggi e 18 sconfitte in 93 incontri. Il pugilato è sempre stata la sua vita, fin da quando all'età di 12 anni i suoi genitori, che gestivano un bar, decisero di toglierlo dalla strada e iscriverlo all'unica palestra del paese, la Contrada Boxe di Michele Picariello, il suo maestro di sempre. Nel frattempo, Carmine ha aperto una gioielleria, che gestisce assieme a una sua amica, ma quando sale sul ring si trasforma in Mr.Wolf, così lo chiamano. Passato professionista nel 2010, di idoli ne ha diversi: da Mayweather a Lomachenko, oltre ad ammirare Whitaker e Vargas. In passato ha sostenuto di ispirarsi ad Agostino Cardamone, altro compagno di allenamento in palestra. Granitico sul ring, scaramantico ancor prima di indossare i guantoni: Carmine porta sempre con sé una coccinella sui lacci delle scarpe, oltre a conservare gelosamente una bambolina Kimmidoll giapponese che rappresenta l'essere vincente. Lo stesso credo che, tra meno di un mese, l'irpino tenterà di portare a Rio. Il sogno olimpico è appena iniziato.


© RIPRODUZIONE RISERVATA