Di Vaio: «Meno certezze, ma fiducia a Lopez»

Il club manager del Bologna: «Dal punto di vista del lavoro la squadra fa il massimo, ora bisogna alzare il livello sopratutto in queste ultime sei partite. Per andare in A quello fatto finora non è bastato e bisogna fare di più»
Di Vaio: «Meno certezze, ma fiducia a Lopez»© LaPresse
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BOLOGNA "Il momento è topico e abbiamo meno certezze di tempo fa". Marco Di Vaio, club manager del Bologna, sintentizza così il momento dei felsinei: "Solo il lavoro ti può ridare certezze e ci dobbiamo buttare sul lavoro quotidiano. È l'unico modo per portare a casa più vittorie possibili da qui a fine campionato. La contestazione a Lopez? Quello che è successo ieri con un paio di tifosi è l'espressione di un pensiero e di un momento che vivono ed è quello che vive gran parte dei tifosi, ma neanche noi siamo tranquilli: siamo a sei giornate dalla fine e veniamo da un momento di risultati non positivi".

 

FIDUCIA - "La società fa il suo - ha spiegato Di Vaio - e cerca di aiutare il tecnico, la squadra e l'allenatore fa la stessa cosa. I ragazzi e il tecnico stanno dando tutto, stanno cercando di preparare al meglio tutte le partite. Dal punto di vista del lavoro la squadra fa il massimo, ora bisogna alzare il livello sopratutto in queste ultime sei partite. Per andare in A quello fatto finora non è bastato e bisogna fare di più. Noi andiamo avanti col mister perché lo vediamo lavorare tutti i giorni e vediamo la squadra lavorare. Siamo convinti che ci potrebbe portare a questa promozione. C'è ansia e preoccupazione per il risultato. Fa parte del gioco e del calcio e anche un pò di Bologna vivere momenti topici con ansia. Fa parte del gioco. Tutta la città vuole lo stesso risultato e bisogna nei limiti del possibile essere uniti".

 

SICUREZZA NEGLI STADI - Di Vaio è intervenuto al convegno "Modello di sicurezza negli stadi italiani", organizzato dall'Associazione nazionale dei funzionari di polizia e ospitato in Regione Emilia-Romagna. Un incontro che ha l'obiettivo di favorire e stimolare un approfondimento sui temi della sicurezza, dello sport e delle politiche di gestione dei servizi di ordine pubblico, con il coinvolgimento anche dei giovani studenti dei licei di Bologna L'ex capitano del Bologna Calcio è intervenuto in rappresentanza dell'associazione italiana dei calciatori, "In Italia manca tanto, rispetto ad altri paesi che sono riusciti a responsabilizzare i tifosi, e questo sarebbe un passo in avanti per noi. I tifosi devono comprendere l'importanza di salvaguardare la sicurezza di tutti e vivere la partita e lo stadio come una festa. Non siamo ancora bravi e non facciamo cambiare cultura ai tifosi. Dovremmo fare di più, a cominciare dalle società, dalle istituzioni e dai giocatori. Ma gli stessi tifosi devono capire che si devono responsabilizzare e lo stadio è un bene di tutti".

 

INTINI E ROSSI - Per il presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, Alberto Intini, "si è fatto tanto negli ultimi dieci anni, ma c'è ancora molto da fare. La violenza non è insita nello sport e tanto meno nel calcio - ha spiegato - ma i fenomeni degli ultimi tempi confermano che è uno zoccolo duro piccolo, ma molto duro e difficile da debellare. Ma l'impegno dell'osservatorio e delle istituzioni del calcio è primario per ridurre gli spazi di violenza e ridare quegli spazi ai tifosi per bene". Per contrastare questo problema, sono fondamentali "alcune questioni - ha spiegato Andrea Rossi, sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna - come il tema degli impianti sportivi, che è primario. Nel bilancio regionale siamo passati da uno a quattro milioni per l'impiantistica, è un dato che vuole fare cambiare rotta. In secondo luogo bisogna dare un ruolo sociale ai club, che possono fornire un contributo".


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