
Non basta la monetina della semifinale napoletana, e non basta una sola finale per scatenare la gioia di 85.000 spettatori che riempiono d'affetto lo stadio Olimpico per la finale degli Europei che l'Italia ospita grazie a un capolavoro diplomatico di Artemio Franchi.
Finisce un'altra volta ai supplementari, 1-1 tra Italia e Jugoslavia, e non bastano nemmeno quelli per dirimere una questione che si era fatta complicata, dopo il gol nel primo tempo del fenomeno slavo Dzajic, lasciato libero di colpire in area e depositare in rete anticipando tre difensori azzurri e Zoff in uscita. Nell'Italia "poche idee e molto cuore", scrive il direttore del "Corriere dello Sport", Antonio Ghirelli, ma "una volontà di ferro": si lotta fino alla fine.
Zoff e Facchetti sono maestosi nell'evitare il raddoppio della Jugoslavia, una palla salvata sulla linea, un'altra sfiora il palo. Ma quando Lodetti viene abbattuto al limite dell'area, e mancano dieci minuti alla fine, gli azzurri non sprecano la grande opportunità: rincorsa dritta di Domenghini e siluro che supera la barriera e si infila alla sinistra del portiere Pantelic. E' 1-1, un risultato che non cambierà più e determinerà la ripetizione della gara, due giorni dopo, sempre all'Olimpico, sempre alle 21,30. A poco valgono le proteste slave contro l'arbitro, accusato platealmente di aver favorito i nostri.
Roma, Stadio Olimpico, 8 giugno 1968, finale
ITALIA-JUGOSLAVIA 1-1
ITALIA: Zoff, Burgnich, Facchetti, Ferrini, Guarneri, Castano, Domenghini, Juliano, Anastasi, Lodetti, Prati. CT: Valcareggi.
JUGOSLAVIA: Pantelic, Fazlagic, M. Damjanovic, Pavlocic, Paunovic, Holcer, Petkovic, Trivic, Musemic, Acimovic, Dzajic. CT: Mitic.
ARBITRO: Dienst (Svizzera)
MARCATORI: 39' Dzajic (J), 35' st Domenghini (I).
ESITO: partita da ripetere