ZAGABRIA - Una coro di "vergogna" e "che figuraccia" domina oggi tutta la stampa croata come reazione alla svastica disegnata ieri sull'erba dello stadio di Spalato, mentre il pareggio tra Italia e Croazia quasi non viene nominato: la domanda ora è se e come la Uefa punirà la nazionale di Niko Kovac. Le scuse del portavoce della Federcalcio croata, date subito dopo la fine della partita, non contano molto a questo punto, tenendo conto anche del fatto che la partita è stata giocata a stadio chiuso come punizione per gli eccessi razzisti e nazionalistici dei tifosi croati. Per il Novi list di Rijeka "ora nessuno può più affermare che la Croazia l'anno prossimo giocherà all'Euro in Francia, non per il risultato di ieri, ma per la reazione della Uefa che probabilmente non chiuderà gli occhi davanti a un'ennesima provocazione fascista degli hooligan croati".
VIDA CHIEDE CLEMENZA - Il difensore della nazionale croata, Domagoj Vida, in un commento dopo la partita ai cronisti croati ha descritto l'atmosfera negli spogliatoi: "Ne abbiamo parlato tanto, ora speriamo soltanto che la Uefa sia clemente verso di noi, ci dispiace". Tra le teorie che circolano in rete sulle motivazioni di che e perché abbia disegnato il simbolo nazista prevale quella che si è trattato di un "atto premeditato con lo scopo di danneggiare la nazionale della Croazia", come ipotizza il Jutranji list di Zagabria. Le tensioni tra la dirigenza del calcio croato e l'Hajduk di Spalato, che si sente discriminata a paragone della Dinamo di Zagabria, non sono una novità. Nelle settimane scorse molte erano le voci che il presidente della Federcalcio, Davor Suker, avesse deciso di far disputare la Italia-Croazia a Spalato quando già probabilmente sapeva che sarebbe stata giocata a tribune vuote. Da anni Spalato chiedeva una partita importante al Poljud Stadium, e ora che finalmente l'ha avuta, si è giocata senza i tifosi. Suker ha poi promesso che avrebbe fatto di tutto per creare un'atmosfera di euforia nei giorni prima della partita, ma al dunque, i giocatori della nazionale si sono limitati a una breve passeggiata sulla piazza principale del capoluogo dalmata e a una visita a un asilo nido.
CLIMA NON DI FESTA - Ieri sera, infatti, sostengono i cronisti, a Spalato è mancata la tradizionale aria di festa nei bar e nelle piazze, come segno di una protesta passiva dei tifosi in Dalmazia contro il trattamento della loro città e della loro squadra da parte della direzione calcistica croata. "Alcuni tra i più radicali - spiega il Jutarnji list - hanno deciso di colpire nel punto più debole dell'oligarchia calcistica croata ", che da anni è esposta a critiche della stampa internazionale e punizioni della Uefa per gli eccessi sciovinistici e fascisti di fronde estreme delle tifoserie. "Nella città divenuta epicentro della resistenza contro i quartieri alti del calcio in Croazia si potevano attendere simili drastiche e dettagliante pianificate diversioni", conclude il Jutranji list.
LA POLIZIA - La polizia di Spalato, dove ieri si è disputata la partita tra Croazia e Italia valida per le qualificazioni all'Euro 2016, ha avviato una "inchiesta urgente" per individuare chi - e come - abbia disegnato una svastica sull'erba del campo. Immediatamente dopo il fischio finale dell'arbitro una squadra di agenti in borghese ha fatto un sopralluogo e preso campioni di erba, probabilmente trattata con una sostanza chimica, che nei prossimi giorni sarà esaminata al Centro per le analisi forensi di Zagabria. Stamane sono stati interrogati gli addetti di una società privata locale incaricata della manutenzione del campo dello stadio Poljud a Spalato. Per ora è stata sporta denuncia contro ignoti. Intanto sono circolate fotografie dell'allenamento di ieri della squadra italiana dalle quali si può, anche se molto indistintamente, scorgere il simbolo nazista, divenuto chiaro solo durante l'intervallo e sotto i riflettori.
SI MUOVE LA UEFA - La Uefa aprirà, molto probabilmente già lunedì, un'inchiesta sulla svastica disegnata a Spalato da ignoti ultrà croati sul campo sul quale si è giocata la partita con l'Italia, a porte chiuse. La disciplinare europea attende di ricevere dall'arbitro, l'inglese Atkinson, e dal suo delegato, il danese Daamrgard, referto e rapporto per valutare se 'eventualmentè aprire un fascicolo.
«SAREMO PUNITI SEVERAMENTE» - "Saremo puniti severamente, non ci sono dubbi". Lo afferma il presidente esecutivo della Federcalcio croata, Damir Vrbanovic, parlando a Spalato della vicenda della svastica in campo. "È un'operazione calcolata, ora lo Stato di deve aiutare poiché abbiamo preso uno schiaffo dagli hooligan, non solo il calcio ma tutto il Paese. "Si tratta di un'operazione calcolata, e ora abbiamo bisogno dell'aiuto dello Stato poiché abbiamo preso uno schiaffo dagli hooligan,non solo il calcio croato, ma tutto il Paese", ha aggiunto Vrbanovic, affermando poi che "l'aggressione al calcio è stata talmente ben preparata che nessuno di noi ha notato nulla prima della partita". Secondo il braccio destro di suker, le indagini dovrebbero essere indirizzate verso la ditta Jadro, incaricata della manutenzione dell'erba allo stadio di Spalato.
COSA RISCHIA LA CROAZIA - Da un'altra serie di partite a porte chiuse, fino all'esclusione dalle competizioni europee: è quanto rischia la Croazia, dopo la comparsa di una svastica disegnata sul campo di Spalato durante la partita con l'Italia, secondo il regolamento Uefa. È infatti l'articolo 14 a regolare le sanzioni per 'comportamenti razzisti, discriminatori o di propaganda". Le sanzioni cominciano con la parziale chiusura di settori dello stadio, per passare alla chiusura totale in caso di recidiva, e se si va anche oltre - come nel caso di ieri - si va dalla squalifica del campo alla sconfitta a tavolino, alla penalizzazione e, come extrema ratio, all'esclusione dalle competizioni.