Maratone, l'Italia vuole lo straniero

Avviato l'iter per i certificati medici. Stefano Mei: noi al livello di New York
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Pronti, via! Lo sport riparte, non solo dal pubblico in tribuna ma anche dalle grandi kermesse podistiche rimaste al palo da più di un anno.

<<Lo sport non è solo professionismo, ma svolge un'importante funzione sociale. E' salute, inclusione e volano economico>>. Così il maratoneta-sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, all'insediamento del tavolo tecnico “La salute nello Sport”, da lui stesso voluto e finalizzato all'adozione di misure in materia di medicina sportiva. <<Nel governo ci sono sensibilità diverse, ma è nostro dovere fare sintesi. Come con le riaperture, sempre in sicurezza, perché non prevederle anche per gli Internazionali di tennis e altri eventi>>.

Tornare a guardare lo sport ma anche a praticarlo. Il primo tema all'ordine del giorno infatti sarà dare seguito alla “Mozione Lupi”, già approvato all'unanimità in Parlamento alla viglia del primo lockdown. Con la quale si vuole incentivare la partecipazione degli stranieri alle nostre classiche, dalla mezza all'ultramaratona. Presenza penalizzata dall'obbligo della certificazione agonistica rilasciata da un medico dello sport italiano, invece di una autocertificazione in linea con le leggi del proprio Paese.

<<Le corse su strada sono anche veicolo di promozione del territorio, per questo dobbiamo semplificare l'iscrizione dei runner stranieri>>. L'impegno di Costa, 32 maratone all'attivo. Che dà anche suggerimenti alla “Run Rome The Marathon”, slittata da marzo al 19 settembre: <<Ne ho corse 5 e dovrebbe restare in calendario a settembre: sarebbe un valido test sul “lungo” per chi prepara New York a novembre>>.

Si cerca di bruciare i tempi per arrivare alla legge, cui potranno beneficiare le maratone di Roma, Venezia, Firenze. <<Gli uffici della direzione e prevenzione del Ministero si sono già mossi per creare gli atti propedeutici per risolvere questa problematica>>. Per il deputato Maurizio Lupi è salvaguardata la prevenzione sanitaria: <<Per i maratoneti italiani resta l'obbligo del certificato agonistico rilasciato dal medico dello sport>>.

Musica alle orecchie di Stefano Mei, il neo presidente Fidal, anche lui al tavolo tecnico: <<C'è un'attesa spasmodica nel nostro mondo, vogliamo competere ad armi pari con New York>>. Sulle riaperture il n.1 dell'atletica esprime cautela: <<Le nostre gare rispettano il protocollo Covid, saremmo felici se al Golden Gala di Firenze del 4 giugno fosse consentita la presenza di 2.000 spettatori su una capienza di 8.000 posti>>.

Il coordinamento del tavolo è affidato al prof. Francesco Parra: <<Credo si debba ripartire dallo sport più puro, l'atletica. Avanti tutta con la mozione sulle maratone>>.

Pubblicato a pagina 36 del Corriere dello Sport del 16 aprile 2021


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