Perché giocano ancora? Perché i principali sport di squadra maschili e femminili - basket, volley, pallanuoto - non si sono ancora arresi all’evidente indifferenza delle istituzioni? Da un anno affrontano un avversario terribile: i costi certi, perdipiù incrementati dalle spese necessarie a garantire l’attività in sicurezza. Superano focolai, recuperano partite, stravolgono calendari, cambiano format pur di arrivare fino in fondo. Non ultimo, allenano atleti che difenderanno il Paese alle Olimpiadi, innervano le nazionali e svolgono un ruolo sociale offrendo parentesi di leggerezza a milioni di italiani costretti ai domiciliari.
Giocano e pagano. E non hanno ricavi: le porte degli impianti sono irrimediabilmente chiuse, il portafoglio è invece aperto, occorre organizzare le trasferte, anche all’estero. I diritti tv sono briciole, le sponsorizzazioni si sono dissolte: i primi costi che un’azienda taglia nei momenti di crisi sono quelli pubblicitari e di comunicazione.
Pagano e giocano. Ma non vengono considerati sport: solo discipline non meritevoli di contributi a fondo perduto, oppure di ristori per coprire parzialmente le spese sanitarie, agevolazioni che assicurino un minimo di liquidità. Lo sport, per il Governo, è quello delle attività chiuse, palestre, piscine, impianti sciistici, circoli sportivi (tennis, golf, tiro con l’arco, pattinaggio a rotelle o su ghiaccio), dei lavoratori stagionali (guide alpine, maestri di sci, partite Iva). Giustissimo, per carità, ne hanno il sacrosanto diritto: anche se gli interventi a pioggia non hanno prodotto benefici.
Pagano. E non ottengono risarcimenti: sono gli sport dei professionisti, degli imprenditori e non gliel’ha ordinato il medico di starci. Ma queste aziende non hanno un patrimonio effettivo e non possono ricorrere agli aiuti riservati alle piccole e medie imprese. Sarebbe servito un provvedimento ad hoc: era parte integrante del Ristori 5, ora DL Sostegni, la crisi di Governo l’ha di fatto cancellato. Entrerà nel prossimo, sentiamo ripetere. Nel frattempo molte società non sono più nella condizione di concludere la stagione. A proposito, chi rimborsa i costi per i tamponi? Qualcosa è arrivato (poche decine di migliaia di euro a società) da alcune federazioni, le quali hanno preteso che le tasse federali fossero regolarmente pagate.
Pagano. Presto arriveranno 350 milioni allo sport. A quale sport? Il Coni, sostanzialmente disarmato, tace, distratto - com’è - da candidature presidenziali e da beghe interne: ma a Tokyo vuole e deve andare.
Pagano. E scrivono lettere aperte al Presidente del Consiglio, per il momento senza ottenere risposte: Draghi, appena arrivato, ha altre urgenze.
Pagano. E garantiscono lo stipendio a allenatori, atleti, medici, fisioterapisti, e pagano biglietti aerei e di treno, alberghi e segreterie, addetti alle pulizie e affitti delle palestre. I rinvii delle scadenze tributarie e previdenziali ci sono stati, ma sono impegni che presto dovranno essere rispettati. Domando: quanti e quali avranno la forza non solo economica di iscriversi al prossimo campionato?
Pagano. E si scandalizzano: 11 miliardi sono destinati alle imprese, 3.700 euro di media a chi ha subìto contrazioni nei fatturati. Una stagione a porte chiuse per il basket, la pallavolo, la pallanuoto e altri sport professionistici comporta perdite per 80 milioni.
Pagano, continuano a giocare e da mesi inseguono un perché.